Avete presente quando avete
la fortuna di leggere quel tipo di libro che vi rimane impresso nella mente a
distanza di giorni o di settimane? Bene, se siete degli amanti del romanzo
storico non potete farvi scappare la meravigliosa storia di Achille e Patroclo
narrata sapientemente dalla scrittrice Madeline Miller. In fondo chi non
conosce le gesta del pelide Achille
durante la guerra di Troia? Chi non è a conoscenza dell’amore viscerale e della
devozione che lo legava al compagno Patroclo? L’autrice, però, non si sofferma
solo sugli eventi che riguardano la parte finale della vita dei due personaggi,
ossia durante il conflitto tra gli Achei e i Troiani, ma risale all’infanzia di
Patroclo e all’incontro con Achille fin dal periodo adolescenziale, percorrendo
poi la formazione presso la famosa “grotta” del centauro Chirone e il soggiorno
di Achille presso Sciro, dove, per volontà di sua madre, la ninfa Teti, sarà
costretto ad indossare abiti femminili e a nascondersi al fine di non
partecipare all’imminente conflitto tra Greci e Troiani dove, secondo la famosa
profezia, non farà più ritorno. La canzone di Achille è sì dunque un romanzo
storico, ma che spazia in tante altre tematiche: l’amore sconosciuto, la paura
del sentimento, il senso dell’inadeguatezza di Patroclo nei confronti del
padre, la volontà divina che spinge gli uomini a percorsi già disegnati. Il
romanzo della Miller è un lavoro notevole, sia perché alla base di quest’ultimo
vi è una ricerca storica ma specialmente perché, per la prima volta, si ha una
narrazione che non viene originata dagli occhi del pelide Achille, personaggio
di spicco dell’epica classica e e del conflitto tra Greci e Troiani, ma è
Patroclo, con i suoi stessi occhi, a dar vita ad una narrazione semplice,
efficace e ricca di sentimento e valori umani.
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