Ieri
sera è stata una serata ricca di emozioni. Partecipando alla Poetry slam –
Matteo (Caspar – Campania) ho avuto modo di ascoltare voci ricche di poesia,
pensieri che hanno riempito una sala con la loro originalità, la loro essenza e
il loro percorso di vita. Quasi tutte le poesie mi sono piaciute per la loro singolarità e per l’interpretazione dei miei colleghi. Essere arrivato primo in
un concorso così ricco ed essermi qualificato con le mie poesie il conto delle
ossa, crisalide e porte per le selezioni regionali è per me dunque motivo di
grande contentezza. Avrei voluto condividere questo primo posto con tutti gli
altri perché, in fondo, non credo vi sia una poesia più meritevole dell’altra,
ogni poesia ha una storia a sé stante, un excursus unico ed inimitabile! Vorrei
dunque ringraziare di cuore le giurie che si sono alternate nella votazione e
tutto il pubblico presente, nonché gli organizzatori per aver dato vita ad un
evento così significativo e profondo! Ci vediamo alle regionali!
Strade
Ho percorso
strade
perdendo il
conto dei passi,
ho incontrato
occhi
sfiorato labbra
bramose di fuga.
Mi sono nutrito
di menzogna
e l’ho cucita,
su ogni singola membra.
Ho indossato
una maschera su un volto di cera
annusato
profumi di storie non mie.
Ho stillato
lacrime che avrei potuto conservare
gelosamente,
come prismi preziosi
per rivenderli
al miglior offerente.
Ho assaggiato
essenze di vita
e ho preso a
pugni il dolore
nelle febbrili
notti dell’anima.
Ho custodito
sanguinanti ferite,
che ho ancora
qui, sui palmi della vita.
Il conto delle ossa
Sei colpevole.
Colpevole di
aver osannato
falsi simulacri
d’amor donante.
Reo di aver
generato in infruttuosi campi
tronfie spighe
di acuta superbia.
Piegato al peso
della vita,
angusto
fardello dentato
lacerante
vergini carni,
hai desiderato
liberartene
come oscuro
fiume pulsante.
Ti sei nutrito di briciole,
così poche,
troppo poche.
E or che donato
è il riflesso
gemello di
Crono il tiranno
che genera
verità, figlia crudele,
riversi
luminosi argenti di sale
originando il
conto delle ossa.
Porte
Ho
compreso come spesso
occorra
serrare le porte della mente
per
aprire i cancelli dell’anima alla vita.
Eppur
se distanti, codesti ingranaggi
da
un’ insana alleanza son retti.
E
ancor oggi sconosciuti mi son
i
patti che lieti intercorrono
tra
il vanesio cuore e l’algida mente.
Ed
ecco il rintocco che crudele saluta
la
dolce tenebra che la mente ristora
per
lasciar posto al primo sole.
Che
prendano vita gli ingranaggi,
fiere
si schiudano le possenti porte
e
che la mente non regni sovrana
senza
consiglio del pulsante rubino.
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